Quando a Licata c’erano le saline

Quando a Licata c’erano le saline

Quando a Licata c’erano le saline

Un ricordo che nessuno può avere impresso nella memoria.
Parliamo infatti del Settecento, e a narrarlo è una delle preziose “storie di carta” divulgate negli anni dal Fondo Librario Antico del Comune di Licata.
Un documento datato 20 novembre 1711 attestava l’esistenza di un impianto per la produzione di sale nella baia di Mollarella. A confermare questa vocazione è anche il nome della frazione balneare: Mollarella sembra derivare dall’arabo màllahah, che significa “salina”.

Il documento descrive la presenza di vasche di evaporazione utilizzate per raccogliere il sale. Nella stessa area esisteva anche un vivaio di pesci, segno che Mollarella fosse sfruttata in modo integrato: pesca, acquacoltura e produzione di sale.
Tutto era reso possibile dalla presenza del fiume Salso. In quel periodo, infatti, un ramo del fiume sfociava ancora nei pressi di Mollarella. Nei secoli successivi iniziarono i lavori di sistemazione idraulica e di deviazione del corso, fino a quando – nella metà del XX secolo – il fiume assunse la conformazione attuale.

Questa “storia di carta” ci offre la prova di quanto la zona fosse importante per la città. La conformazione della baia ne faceva un porto naturale, mentre il fiume permetteva di utilizzarla come via di comunicazione verso l’interno della Sicilia.
Mollarella e Poliscia furono anche aree di insediamenti preistorici: diversi reperti testimoniano la presenza di un tempio dedicato alla dea Demetra e di una necropoli, per non dimenticare come, nel 1943, sia stata tra le spiagge utilizzare per lo sbarco degli alleati in Sicilia.

Con il tempo, e con la deviazione del fiume, le saline furono abbandonate. L’economia cambiava, i sistemi di produzione si modernizzavano e la baia si trasformò. Oggi è un rinomato luogo di balneazione.
Non restano impianti visibili, ma la memoria sopravvive nei documenti.

(Immagine generata con intelligenza artificiale)

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