Il cuore verde di Licata: la Villa

Il cuore verde di Licata: la Villa

Sì, perché per noi licatesi è semplicemente “a villa”.
La villa comunale Regina Elena, questo il suo nome completo, sorge nel cuore di Licata, a ridosso del centro storico.
Un luogo poco valorizzato che in realtà offre spunti importanti per quanto concerne botanica e storia.
La sua origine risale alla fine del 1800, quando a Licata imperversava lo stile Liberty, di cui la città presenta svariate testimonianze. E lo stile Liberty si nota nel suo impianto architettonico: viali armoniosi, spazi aperti, un costante dialogo tra natura e architettura.




All’interno della villa comunale è custodito un patrimonio botanico interessante. Il primo colpo d’occhio è dato dagli imponenti Ficus, simili a quelli dell’Orto Botanico di Palermo. Tra le specie più particolari troviamo la sudamericana Ceiba speciosa, con i suoi vistosi fiori rossi e bianchi e il caratteristico tronco rigonfio, coperto di spine. Accanto a essa si incontrano altre piante ornamentali di origine esotica — Althaea rosea, Auraucaria columnaris, diverse palme come Phoenix dactylifera e Phoenix canariensis, e l’australiana Eugenia myrtifolia. Non mancano le specie mediterranee: il sempreverde Ruscus hypophyllum, l’Acer negundo, il Cipressus sempervirens, il Laurus nobilis, il Cercis siliquastrum e la Strelitzia reginae Banks.

All’interno della Villa comunale si trovano anche diverse testimonianze monumentali: il busto di Gaetano De Pasquali, la lapide che ricorda le sanzioni all’Italia fascista per l’aggressione all’Etiopia; e poi il “Tempietto”, forse l’elemento più iconico, luogo dove qualsiasi licatese si è seduto almeno una volta. Il ruolo della Villa è stato sempre aggregativo, tranne durante lo sbarco alleato del 1943, quando qui venivano radunati i prigionieri di guerra.

La Villa è quel luogo di cui ogni licatese conserva un ricordo: da bambini, a carnevale, per una passeggiata, per un po’ di ombra e serenità. Un luogo sicuramente da preservare e valorizzare.
Negli ultimi anni sono stati organizzati eventi, sono stati aggiunti giochi per bambini e i vialetti sono stati intitolati a Clotilde Terranova, Emanuela Loi e Alina Condurache, iniziativa promossa dall’associazione Toponomastica Femminile.

Ma occorre proteggerla dal vandalismo e dalla negligenza che qui attanaglia tante cose, dare alla Villa la giusta valorizzazione.

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