Urbs Dilecta
Diletta Licata
dilettissima madre
fosti perla luminescente
fresca spuma salata
aquila fiera e nobilissima
di intrepido volo
di ardente storia
benedetta dai fati
maledetta dall’uomo
che ti deturpò
che demolì le vestigia
gloriose
superbe
vanto dei numi
e della dea-madre.
Figlia fragilissima
bagnata dai raggi
abbracciata dall’onda
l’onda calda
atavica
ansimante
che riempie le reti
e magnifica la vita.
Diletta Licata
dilettissima terra
figlia sconfitta
turpemente depredata
dall’antico torpore
dall’insana ignavia
dei padri
dei figli
che suggerono la linfa
che inaridirono le vene.
E i figli vanno via
col cuore a pezzi
e gli occhi gonfi
la sabbia tra le mani
il lutto nell’anima.
Chi va ti piange
chi resta ti uccide
e noi che ti cantiamo
persi nell’orgoglio di te
nell’amore per te
siamo come fuscelli leggeri
eternamente cullati
dall’aria divina.
(Angela Mancuso, in ICARO, Ibiskos Editrice Risolo)