Tratto da un post su Facebook del professore Vito Coniglio.
Pensiero che condividiamo, per questo abbiamo deciso di farne un articolo.
Una sera come tante…a Licata: ” Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati.
Ci sedemmo, cioè, dalla parte degli ultimi, degli emarginati, dei disperati, dei giovani ai quali è negata la speranza, invece che da quella, assai affollata, che difende il potere.
Per i bempensanti, ci sedemmo dalla parte del torto, poichè non ci rassegniamo a veder la nostra terra morire nel degrado e nella disperazione; perchè non vogliamo che Licata, città di vivacissime intelligenze e di sensibilità delicate, si trascini stancamente come in un deserto o vieppiù intristisca, quasi fosse una terra spettrale, una comunità di anime arrese, spente, una città di anime morte; perchè riteniamo necessaria una netta, decisa, compiuta discontinuità col passato e non vogliamo che le ombre di esso ritornino, fosse pure con sembianze, all’apparenza, più rassicuranti:perchè crediamo che la Politica debba nutrirsi di idealità nitidissime.
Non ci fidiamo di <una Politica che solo fa carriera, del perbenismo interessato, di una dignità fatta di vuoto, dell’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto>.
A Licata, una serata come le altre…ed io mi chiedo: ” Ha un fine il nostro subire il presente? / Dovremmo essere in molti nel<torto>,/ in compagnia di molti sommare le nostre debolezze,/ non questa grigia <innocenza< che inermi ci tiene/ qui, dove il male è facile ed inarrivabile il bene./ E’ nostalgia di futuro che mi estenua…/ Da quanti anni non vedo un fiume in piena?/ Da quanto in questa viltà ci assicura/ la nostra disciplina senza percosse?/ Da quanto ha nome bontà l’inerzia, la paura?/
Una sera come tante…ed è la mia vecchia impostura che dice:/ <domani, domani…pur sapendo che il nostro domani era già ieri da sempre>./ Ride, tranquilla, l’ombra del potere che mi calcola fra i suoi/ lungo la strada che scende verso una fine senza ritorno./ Ma qualcuno di già sussurra: < c’è più onore nello schierarsi dalla parte del torto/ che perdere la propria dignità di uomini liberi.> ”
(Bertolt Brecht- Francesco Guccini- Giovanni Giudici)