“E chi semmu surdi e muti? Viva sant’Angelo”

Festa di Sant'Angelo, patrono di Licata

“E chi semmu surdi e muti? Viva sant’Angelo”

Tra pochi giorni entreranno nel vivo i festeggiamenti per il Patrono

Quella del patrono è probabilmente la più sentita e partecipata ricorrenza religiosa dalla città di Licata.
Sant’Angelo, patrono della città, viene festeggiato il 5 maggio; un’altra celebrazione avviene la prima domenica dopo Ferragosto.




Angelo nasce a Gerusalemme il 2 marzo 1185 da famiglia ebrea poi convertita al cristianesimo; entrato in convento alla morte dei genitori, viene prima inviato a Roma, da qui in Sicilia al fine di combattere la dilagante eresia.
La morte avviene il 5 maggio 1225 per mano di Berengario che lo ferisce con una spada a causa dell’abbandono della sposa, convinta dal futuro patrono, per il grado di parentela che legava i due.

I Ceri

Le “ntorce”, così come vengono chiamate in licatese, rappresentano sicuramente uno dei lati più caratteristici della festa.
Circa la loro origine e soprattutto quello che rappresentano circolano diverse versioni; una vuole che siano i quattro titoli del santo: dottore, confessore, vergine e martire. Secondo altre versioni i ceri rappresenterebbero i 4 antichi castelli di Licata, si parla anche della possibilità che si tratti di navi saracene che inseguono il vascello del santo diretto a Licata oppure delle antiche corporazioni dei mestieri.

Durante la processione le “ntorce” seguono l’urna del santo, tradizione che nel 1999 è stata interrotta a causa del deterioramento delle condizioni delle stesse. Solo negli ultimi anni è stato possibile ripristinare la tradizione grazie al rifacimento dei ceri, fedeli riproduzioni degli originali, con l’impegno dell’associazione culturale Vivere Licata che ha lanciato una campagna di raccolta fondi.




La festa del 5 maggio

Licata omaggia il suo patrono dal 3 al 6 maggio; in questi giorni, oltre ai riti religiosi, in città si svolgono diverse attività. Dall’arrivo delle “bancarelle” lungo i corsi principali, alle serate con spettacoli musicali e fuochi d’artificio. Sempre in questi giorni un’antica usanza è quella dei “muli parati”, in segno di ringraziamento per il buon raccolto.

Il momento più rappresentativo è comunque il 5 maggio, quando l’urna del santo viene portata in giro per la città insieme ai 4 ceri; nel tragitto vengono anche fatte le “corse”. Particolarmente emozionante è l’ultima che, da piazza Elena, porta il santo direttamente nell’omonima chiesa, con la piazza antistante gremita all’inverosimile di fedeli e semplici curiosi.

La festa di agosto

Sfatiamo un mito: a differenza della più diffusa credenza popolare, la festa di agosto non viene celebrata per emigrati e turisti. 
La motivazione è da ricercare, oltre che nella profonda devozione, in un episodio storico.
Nell’agosto del 1625 a Licata venne definitivamente debellata l’ondata di peste che aveva colpito, oltre che la città, anche l’intera isola. L’episodio fu visto come un miracolo del Patrono, cui la popolazione rivolgeva preghiere per liberare la città dall’epidemia. 
Come segno di devozione, il 16 agosto l’urna del santo veniva portata in processione per le vie della città. Nel corso degli la processione è stata posticipata alla prima domenica dopo Ferragosto.

(Alcune fonti: www.santuariosantangelo.it – www.siciliainfesta.com )

Le foto sono gentilmente concesse dall’associazione Vivere Licata

 

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