Licatesi illustri – Raimondo Saverino, #ilpartigiano
Era di Licata e lo fucilarono i fascisti in una piazza della Liguria. Raimondo Severino, classe 1923, ha combattuto giovanissimo la Seconda Guerra Mondiale col 241° Reggimento Fanteria “Imperia”, fu colpito in Grecia e rimpatriato.
Appena guarito fu riassegnato alla caserma “Piave” di Genova. Vigoroso e agile, appena saputo dell’armistizio se ne andò sui colli genovesi per unirsi ai partigiani della brigata “Cichero. Prese il nome di battaglia “Severino” e si fece conoscere da tutti per il suo intrepido coraggio.
I tedeschi lo catturarono durante un rastrellamento, ma lui riuscì a fuggire e a tornare dai suoi compagni, i nazisti lo catturarono di nuovo, lo trovarono sui monti della Rondara, appena sopra Chiavari, era il 21 Maggio del 1944.
Lo riconobbero e lo torturarono, per ricavare informazioni sulla resistenza ligure. Lo legarono e continuarono a chiedergli: « Dov’è la tua banda? Dov’è il tuo Comandante? Dicci dov’è e ti liberiamo ».
Disse sempre e solo due parole nel suo dialetto: « Nun u sacciu ».
E allora fu portato sulla piazza principale di Borzonasca e fucilato di fronte alla chiesa del paese. Gli spararono come a un bersaglio: sui piedi, sulle gambe e man mano più alto.
Il corpo di Raimondo Severino rimase tre giorni sulla piazza a scopo intimidatorio, fu il primo caduto della “Cichero”.
Licata ha dedicato al suo eroismo, al suo essere stato così profondamente antifascista, un monumento ed un circolo.
Su facebook è attiva una pagina dedicata a Raimondo Saverino.
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