Quando a Licata c’erano le mura e le porte di accesso alla città

Quando a Licata c’erano le mura e le porte di accesso alla città

Bisogna andare indietro di diversi secoli.
Grazie ai documenti rinvenuti presso il Fondo Librario Antico è possibile stabilirne l’esistenza già nel 1575.
È infatti del primo ottobre (1575) un mandato di pagamento in favore del soldato spagnolo Peri Lopes, addetto all’apertura e chiusura (subito dopo il tramonto) delle porte della città.
Opere presumibilmente edificate diversi secoli prima, periodo in cui si ergevano soprattutto a difesa delle città.
Durante la dominazione araba in Sicilia (827 – 1091) viene edificato il quartiere Marina, la città inizia ad assumere una struttura urbana più simile a quella raffigurata all’interno delle mura.




Nel corso dei secoli le mura sono state distrutte (poi ricostruite) da eventi sismici (terremoto Val di Noto), dalle invasioni turche, su tutte quella dell’11 luglio 1553.
Nel 600 inizia l’espansione oltre la cinta muraria, quando a Licata si trasferiscono molti maltesi fondando il quartiere di San Paolo.

Le porte di accesso alla città erano 5:
– Porta Grande, sita all’ingresso dell’attuale corso Vittorio Emanuele
– Porta Sant’Angelo, nei pressi dell’attuale via D’Annunzio
– Porta Nuova, nell’attuale piano Mangiacasale e dove un tempo sorgeva un bastione
– Porta Marina nei pressi dell’odierna piazza Duomo
– Porta Agnese, all’imbocco dell’omonima via

Tra le porte si estendeva la cinta muraria, il perimetro ricalcava grossomodo l’attuale corso Umberto, via Marconi, via Principe di Napoli e viale XXIV Maggio.
C’erano inoltre i due castelli: l’imponente Castel San Giacomo (nell’attuale porto) e Castel Nuovo (nell’attuale piano Quartiere).
Di tutto questo non resta più praticamente nulla, se non qualche impalpabile traccia.
Incuria e abbandono hanno gravato pesantemente sulla distruzione di queste importanti testimonianze del passato della nostra città.
Incuria e abbandono che minacciano ciò che invece oggi dovrebbe essere protetto e valorizzato, rischiando di farci perdere altri pezzi del nostro passato.
Della nostra memoria.

 

 

 

 

 

Fonti:
Fondo Librario Antico
https://forzalicata.forumfree.it
Foto:
Fondo Libraio Antico
Lions Club

 

 

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