Il cibo da strada (oggi “street food”) ha origini molto antiche.
Ne facevano uso gli egizi, abitudine adottata poi dai greci e dalle culture successive. Con i romani si hanno addirittura le prime tracce di botteghe adibite proprio alla vendita di cibo pronto.
Diverso è soprattutto lo spirito se si paragonano passato e presente.
Se oggi si fa dello “street food” una tendenza, le sue origini traggono invece ispirazione dalla miseria, quando obiettivo del cibo di strada era proprio l’esigenza di permettere ai poveri di nutrirsi con cibi pronti ad un prezzo molto contenuto.
Spirito con cui, sul finire dell’ottocento, nasce al Quartiere il primo street-food di Licata.
Una zona non certo abitata dai ceti abbienti e che sorge sulle rovine di Castel Nuovo, costruito dagli spagnoli a difesa della città e poi abbandonato.
Ed è in questo scenario che un abitante del luogo, si ingegna con un fuoco e un grosso pentolone su cui preparare ceci, fave, patate e altri prodotti non certo da annoverare come raffinati.
I clienti erano poveri, persone che a stento riuscivano a racimolare i soldi necessari per la razione. Una fila di gente con contenitore al seguito iniziava già per il pranzo.
Per alcuni rappresentava l’unico pasto del giorno, altri aspettavano che il venditore tornasse a casa, sperando che non avesse venduto tutto il cibo in modo da poterlo regalare.
(Fonte: Licata l’altra “Storia”. Feste – Tradizioni – Mestieri – Giochi ed antiche ricette. Di Angelo Cellura)