Per i licatesi è “A Matrici”.
Chiamata anche con il nome di Chiesa Madre o Duomo di Licata, è stata inaugurata nel 1508 e dedicata alla Natività della Madre di Dio, intitolata ai Santi Antonio e Vincenzo. La costruzione di questa nuova chiesa avviene in seguito all’espansione verso il mare della città di Licata, in quello che un tempo veniva chiamato “Cassarello” (oggi Corso Vittorio Emanuele) e viene realizzata sulla preesistente chiesa romanica Santa Maria di Gesù, risalente al VI secolo.
Alcuni decenni dopo la sua edificazione, la chiesa viene distrutta durante l’attacco franco-turco del 1553, la ricostruzione avviene tra i secoli XVII e XVIII.
Viene chiamata chiesa di Santa Maria La Nuova per distinguerla da Santa Maria La Vetere.
La chiesa è imponente dal punto di vista architettonico con un impianto basilicale a tre navate dove si fondano gli stili rinascimentali e barocco.
Al suo interno sono conservate opere di un certo pregio; il fonte battesimale marmoreo di Gabriele da Como (XV secolo), il coro ligneo del presbiterio (XVIII secolo), i monumenti marmorei di alcuni canonici della Collegiata.
Degni di considerazione anche gli altari marmorei laterali e le balaustre marmoree (XIX secolo), i simulacri lignei di San Sebastiano (XVII secolo) provenienti dall’omonima chiesa andata distrutta, quelli dell’Immacolata o Cuore di Maria e di San Giuseppe con Bambino di Ignazio Spina (XIX secolo) e di San Giuseppe Maria Tomasi (XX secolo), proclamato compatrono della città subito dopo la sua canonizzazione. Importante anche la tavola dell’Adorazione dei pastori di Deodato Guinaccia (1572), la tela della Natività di Maria SS.ma di scuola fiamminga, di recente attribuita a Giovanni Portalumi (XVII secolo), le tele di Frà Felice da Sambuca (XVIII secolo) e gli affreschi realizzati da Raffaello Politi (1824) con la collaborazione di Giuseppe Spina.
Oltre alla celeberrima Cappella del Cristo Nero, all’interno ne sorgeva un’altra dedicata alla Madonna del Maenza, fatta costruire dalla Collegiata nel 1786 e distrutta da un incendio nel 1988.
(Fonte: Guida Storica Artistica di Licata).
(Fonte foto: Internet)