La valle del Salso

Foto di alcune tombe pristoriche presso il sito di Muculufa

La valle del Salso

(foto gruppo Archeologico Finziade)

Il distretto di Muculufa

Esiste una Licata che molti non conoscono.
Esiste una Licata su cui non vengono puntati i riflettori.
È quella che può vantare un passato ricco di storia e civiltà.

La nostra città conserva innumerevoli testimonianze di un passato che inizia già dalla preistoria.
Tracce risalenti al Paleolitico, Neolitico o all’età del bronzo sono state rinvenute nei più o meno noti insediamenti della “Caduta” e della “Poliscia”, in quelli un po’ meno noti come contrada “Colonne” e “Nicolizia” dove sorgeva un castello oltre che un porticciolo punto di approdo durante il periodo ellenistico.
Nota anche la grande battaglia tra Romani e Cartaginesi in occasione della prima guerra punica, noti anche gli insediamenti sul monte Sant’Angelo, testimonianze insieme allo stagnone Pontillo, di un antico passato che ha visto a Licata il transito e lo stanziamento di molte popolazioni.




Oggi vi “presentiamo” una zona di Licata abitata già dal III millennio a.C., la “valle ad est del fiume Salso”.

Il monte Muculufa, sito tra Butera e Licata, rappresenta il centro di una vasta zona archeologica che comprende anche le zone di contrada Stretto e Casalicchio, Canticaglione, contrada Landro, monte Petrulla e dove sono state rinvenute molte testimonianze preistoriche come necropoli, villaggi, fattorie e anfore.
Muculufa era probabilmente sede di un santuario e centro spirituale delle comunità che popolavano la vasta area; di Muculufa si parla anche per i manufatti rinvenuti, tipici di questa zona e unici nel loro genere, tanto da darne il nome allo stile. Probabilmente i manufatti rinvenuti nel santuario erano eseguiti da un “maestro”, esempi simili sono stati rinvenuti fuori dal sito solamente nei pressi dell’attuale Sommatino, a circa 16 chilometri.

Muculufa rappresenta la testimonianza più antica della cultura castellucciana, sviluppatasi soprattutto nella Sicilia sud-orientale. L’area si caratterizza inoltre per le tombe “a grotticella”, manufatti scavati nella roccia e che in questa zona si contano in grande quantità; sono infatti più di 200 quelle fino ad oggi conosciute.
L’intera area è stata abitata anche in epoche successive, come testimoniato dai reperti rinvenuti.

Nelle “contrade” che fanno parte del distretto archeologico, sono infatti presenti resti di insediamenti, necropoli e ceramiche del Bronzo medio (1400-1250 a.C.) e del Bronzo tardo o recente (1250-689 a.C.). È possibile però che l’area, dove sono state rinvenuti insediamenti del IV secolo a.C., sia stata abitata anche successivamente nel periodo compreso tra il IX e il XII secolo.
Il distretto di Muculufa è stato oggetto di scavi nel 1981 da parte della Soprintendenza di Agrigento con la collaborazione scientifica della Brown University.

I numerosi reperti rinvenuti durante la campagna di scavi degli anni ’80 sono stati esposti in diversi musei del mondo; alcuni si trovavano nel museo Archeologico di Licata.
Probabile inoltre l’azione di “tombaroli” che approfittando della scarsa attenzione verso l’importante sito archeologico, in questi decenni hanno trafugato reperti da immettere nel mercato illegale.

L’area archeologica di Muculufa e delle zone limitrofe, rappresenta quindi un’importantissima testimonianza delle civiltà preistoriche nell’intera Sicilia che oggi viene valorizzato soprattutto dall’impegno di alcune associazioni non solo di Licata che organizzano attività ed escursioni.

(fonte foto: Gruppo Archeologico Finziade e dal web Michele il Siciliano)

 

 

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