Il mare di Licata regala altri reperti

Il mare di Licata regala altri reperti

Il mare di Licata continua a regalare tesori.
Lo rende noto la Soprintendenza del Mare, illustrando le scoperte dell’ultima campagna di ricerche condotta dal nucleo subacqueo del Gruppo Archeologico Finziade di Licata.
Grazie agli ultimi reperti, salgono a nove le ancore bizantine recuperate nei fondali della Poliscia e delle acque antistanti l’isola San Nicola, dove le ricerche sono state condotte.
I reperti risalgono ad una età compresa tra il VII e XII secolo d. C., contribuendo a confermare quanto rivelato nei mesi scorsi dopo la scoperta di una chiesa rupestre sulla sommità della Rocca, ovvero la presenza di un piccolo insediamento di culto cristiano, avvalorato dalla ulteriore scoperta (sull’isolotto) di due croci, una a rilievo e una incisa nella roccia. Le ancore invece confermano la frequentazione dell’isola di San Nicola, relativa sia alla sua funzione di refugium.
 




 
Nelle acque della Poliscia, dove in passato sono stati rinvenuti diversi frammenti di anfora, e dove un tempo sorgevano un importante tesemophorion d’epoca classica e una necropoli a ridosso della costa, si è svolto anche un corso di archeologia subacquea.
La Poliscia risulta essere un sito marinaro molto frequentato sin dall’antichità, nel corso delle varie campagne di ricerca sono stati rinvenuti anche frammenti lignei, che dopo essere stati trattati ed esaminati, accerteranno se si tratta di resti di un’antica imbarcazione.
Tutti i reperti rinvenuti in questi anni di scavi sono custoditi presso il museo del Mare di Licata.
Il corso e la campagna di scavi sono stati realizzati dal Gruppo Archologico Finziade di Licata, diretto da Maurizio Cantavenera, dal nucleo sommozzatori Finziade, coordinato dall’archeologo Fabio Amato, diretto e supervisionato dalla Soprintendenza del Mare e finanziato dalla Cuttitta Srl.
Una sinergia che ha portato alla luce tracce di un passato importante, potenzialità archeologiche che devono aiutare a far riflettere su come il mare, ed il suo ecosistema, siano un bene da difendere e tutelare.

(Fonti e Foto: Soprintendenza del Mare)

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