La storia di uno dei simboli di Licata
Sfatiamo subito un mito.
Quello di Licata non è, ufficialmente, il terzo faro più alto d’Italia.
I suoi 40 metri di altezza sono infatti superati da Genova (77 metri), dal faro di Punta Penna (70 metri) e dal faro della Vittoria di Trieste (68 metri).
Quello di Licata resta comunque uno dei più alti in Europa, visto che è uno dei pochi la cui base è al livello del mare; molti fari infatti sono stati costruiti su alture in modo da elevarne la “potenza”.
La luce emanata dal faro di Licata è visibile per 21 miglia marine (circa 38 km) anche se nel corso degli anni l’intensità è stata gradualmente ridotta; parziale dismissione dei fari ed evoluzione dei sistemi di navigazione sono le principali cause.
Resta comunque un punto di riferimento per le imbarcazioni che solcano il mar Mediterraneo.
Progettato da Antonino Davanteri, è stato costruito nel 1895.
Prende il nome di faro “San Giacomo” dall’omonimo castello che sorgeva nelle sue adiacenze, castello tra i più importanti di Sicilia e (assurdamente) distrutto tra il 1870 e il 1929 per la costruzione del porto commerciale. Il faro ha una struttura molto semplice con una forma cubica e rivestito di muratura bianca.
I 40 metri di altezza vengono raggiunti con una scalinata composta da circa 170 gradini, esclusi quelli esterni.
Il faro è un sicuro simbolo della città, visibile non solo dal mare; per chi arriva da Gela è uno dei primi “segnali” che annuncia l’imminente arrivo a Licata.
Come in tante altre circostanze, quella dei fari oggi ha una valenza più turistica che funzionale.
Il faro San Giacomo, soprattutto negli ultimi tempi, è stato aperto al pubblico riscuotendo un grande successo.
Sono tanti i visitatori che hanno potuto ammirare i suoi “panorami” unici.
Le visite non hanno una cadenza regolare ma sono organizzate in modo saltuario.
3 thoughts on “Il faro “San Giacomo””