5 giochi “antichi” a cui hanno giocato i ragazzini licatesi

5 giochi “antichi” a cui hanno giocato i ragazzini licatesi

I tempi cambiano. Mai affermazione fu azzeccata.
Sembrano essere passati secoli, in realtà alcune di queste forme di gioco e aggregazione si praticavano anche durante gli anni ’90.
Abbiamo raccolto un po’ di modi in cui giocavano i licatesi a quei tempi, notando che tutti sono accomunati da una cosa: si facevano per strada.
 




 

 
 Figurine
Alzi la mano chi, ragazzino negli anni ’80, non ha fatto la raccolta di figurine Panini.
Anche gli adolescenti licatesi non si sono certo sottratti a questa pratica. Completare l’album era lo scopo da raggiungere, le difficoltà sorgevano man mano che l’obiettivo si avvicinava.
Si moltiplicavano i doppioni che venivano scambiati o giocati per le figurine mancanti.
E così ogni “ciappetta” diventava campo di battaglia.
“Sciusciù”, “bottu”, “ppà”, ognuna di queste discipline di gioco di figurine aveva le sue regole; a volte improvvisate, contestazioni e discussioni che duravano anche dopo la partita. Ogni figurina aveva poi il suo valore, variava proporzionalmente all’importanza della squadra, tranne quelle del Licata, quelle avevano un valore inestimabile.
Si giocava per strada, oltre alle figurine era sufficiente un qualsiasi gradino.

Motobattino

L’erede del moderno monopattino.
Quelli di un tempo venivano realizzati in legno, spesso in modo artigianale. Un’operazione non proprio semplice che richiedeva tempo e difficoltà anche nella ricerca dei componenti.
Oltre al legno, fondamentale per la sua costruzione, fondamentali erano “i roti a pallini”, cuscinetti a sfera che permettevano al “motobattino” di camminare.
Fondamentale era trovare una discesa, non troppo ripida per evitare incidenti seri, a quel punto iniziavano le gare.

Calcio
Bastava una strada, poi un paio di pietre per fare le porte.
Quando si trovava un gesso si disegnavano pure le linee, le dimensioni del campo variavano in base al numero dei giocatori.
Tutti i giovani licatesi (e non solo) sono cresciuti giocando a calcio per strada, con le partite che si interrompevano ad ogni passaggio di macchina.
C’erano poi quelli che in un terreno abbandonato riuscivano a farci un campetto, con tutti i bambini del quartiere impegnati nella costruzione.  Il “Tango” era il pallone ufficiale.
Estate o inverno, incidenti più o meno gravi, nulla poteva fermare uno dei giochi più diffusi dei giovani licatesi “di quell’epoca”.

Strummulu
Qui siamo molto più indientro negli anni. Gioco diffuso non solo a Licata ma con cui i giovani licatesi di quel periodo sono cresciuti.
A “strummuli” si costruivano artigianalmente, in realtà a Licata molti bambini le acquistavano da “Don Blasino”, leader nella costruzione e nel modellare queste trottole di legno.
Trovato uno spiazzo più o meno piano, si avvolgeva la trottola in una cordicella sottile, si legava alla mano che con un movimento liberava lo “strummulu” facendolo girare. Vinceva la trottola che girava per più tempo, quella del perdente veniva invece colpita da tante “pizzati” che si stabilivano prima di iniziare la gara.

Sala giochi
Oggi non esistono quasi più.
Prima dell’avvento della Playstation e della Xbox, dei giochi online e di consolle di ogni genere, tanti giovani licatesi sono passati per le sale giochi. A Licata se ne contavano diverse: più o meno grandi, più o meno squallide, più o meno tranquille.

A quei tempi, e siamo sempre prima del 2000, esistevano già la Nintendo, prima ancora il Commodore 64, ma non avevano una grande diffusione domestica.
La tecnologia di consumo inizia a nascere in questo periodo, per poi diffondersi dopo il 2000.
E per questo motivo, le sale giochi erano affollate da tantissimi giovanissimi.

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