In molti l’avranno mangiata appena qualche giorno fa.
Insieme al “muffuletto” è infatti uno dei piatti tradizionali del Venerdì Santo.
Non è un piatto solo licatese, ma nella nostra città ha un’elevata diffusione.
È cucinata in tutta la Sicilia, anche se il nome può trarre in inganno, non è un piatto della tradizione milanese.
Sul nome circolano diverse versioni, alcune ovviamente sono più leggende, ma è difficile riuscire a trovare il motivo per cui viene chiamata in questo modo.
Ci sono sicuramente dei riferimenti a Milano, secondo le leggendarie ipotesi (difficile dire che corrispondono al vero), una sarebbe legata ad una signora licatese emigrata in Lombardia ad inizio Novecento. Tornata a Licata era solita preparare questa ricetta che avrebbe preso il suo soprannome; la signora veniva chiamata “a milanisa” in virtù della sua permanenza a Milano. Altra leggenda riguarda gli emigrati siciliani al nord; avrebbero sostituito le sarde fresche con quelle salate, più facili da trovare nei posti lontani dal mare, per altri potrebbe essere legato alla presenza del pangrattato.
Altra ipotesi è legata ai Normanni che, dalla popolazione, venivano chiamati lombardi o milanesi. Essendo stati loro ad introdurre il pesce non fresco per trasportarlo più agevolmente senza farlo rovinare. Da qui, la possibilità che il nome della ricetta sia legato a loro.
Dicevamo che “A milanisi” è un piatto tipico siciliano, molto simile alla più nota “pasta con le sarde”. A differenziarla è la presenza di estratto di pomodoro e sarde salata anzichè fresche.
Di seguito una ricetta (trovata sul web).
Ingredienti:
150 g pangrattato
500 g sarde
500 g acciughe
750 ml sugo di pomodoro
100 g di estratto di pomodoro
1 cipolla grande
300 g di finocchietto selvatico
Spaghetti (o bucatini)
10 g pinoli (facoltativo)
10 g uvetta (facoltativo)
sale q.b.
olio d’oliva q.b.
pepe q.b.
Procedimento:
Fare un soffritto di cipolla, aggiungere l’estratto di pomodoro e il finocchietto.
Dopo un paio di minuti aggiungere le sarde e le acciughe, versare un paio di bicchieri di acqua calda. Aggiungere uva passa e pinoli, sale e pepe appena il sugo inizia a bollire. Nel frattempo preparare il pangrattato in una padella dove bisogna farlo riscaldare, aggiungendo un filo d’olio, mescolare fino a quando non sarà dorato. Dopo aver scolato la pasta al dente, aggiungetela nella padella con il condimento, aggiungete il pangrattato.
Fonti:
www.ilgiornaledelcibo.it
www.giallozafferano.it
Foto: www.fornellidisicilia.it