Riceviamo e pubblichiamo, con il massimo della condivisione, un appello dell’associazione A Testa Alta affinché venga intitolata una via di Licata a Franco Galia, figura di cui abbiamo già parlato e di cui proviamo immensa stima.
Facciamo dunque nostro l’appello e invitiamo tutte le associazioni ad aderire all’iniziativa.
Di seguito la nota di “A Testa alta”:
“A testa alta sollecita al Comune l’intitolazione di una strada a Franco Galia
Con una nota indirizzata al Sindaco di Licata, Giuseppe Galanti, alla Giunta e al Presidente del Consiglio Comunale, l’associazione A testa alta ha sollecitato l’Amministrazione a decidere sulla sua proposta di variazione della denominazione del Corso Argentina (a partire dall’incrocio con la Via Salvo D’Acquisto) in Corso Franco Galia.
La proposta, corredata di planimetria, biografia, pubblicazioni e di altra documentazione riguardante le iniziative promosse in difesa del Salso a partire dalla metà degli anni ottanta, è stata presentata il 15 giugno 2017, esattamente a dieci anni di distanza dalla morte dell’architetto Francesco Galia, illustre licatese che ha lasciato un’impronta indelebile nella comunità e che, come scrive l’associazione nella propria istanza, ha tanto da insegnare alle generazioni future in termini di impegno civile sul territorio e sull’ambiente.
La proposta, che fino ad oggi è rimasta inascoltata, è motivata dalla grande opera svolta da Franco Galia nel territorio in qualità di Responsabile della locale sezione del WWF, non soltanto con riferimento all’attività di difesa del territorio, concretizzatasi in azioni di contrasto alla cementificazione del fiume Salso e all’abusivismo edilizio costiero, in lodevoli iniziative tese al recupero della fauna selvatica ferita e alla tutela delle tartarughe marine, ma anche all’importante attività di indagine e di studio condotta dal medesimo con rigore scientifico e metodologico, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulle problematiche ambientali più significative.
L’architetto Galia, già nella metà degli anni ottanta – si legge nella proposta dell’associazione – ha promosso un’importante indagine floristica nell’area archeologica di monte Petrulla, realizzando altresì diversi progetti di conoscenza e salvaguardia del territorio.
In prima linea contro il dilagante abusivismo edilizio, alla fine degli anni ottanta, l’Arch. Galia ha sporto denuncia e ha intrapreso molte azioni legali contro chi tentava di costruire illegalmente lungo la costa licatese. Nello stesso periodo, ha avviato, con grande coraggio, la battaglia per impedire che a Torre Salsa (Siculiana) venisse costruito un comprensorio turistico per seimila posti letto, facendo in modo che il WWF Italia acquisisse in gestione, nel 1989, ben otto ettari di terreno.
Le innumerevoli iniziative promosse da Franco Galia – continua A testa alta – hanno reso possibile la diffusione della cultura ambientale tra i giovani licatesi, coinvolgendo le scuole di ogni ordine e grado e promuovendo un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale, così anticipando tematiche oggi di stringente attualità.
Tanto emerge dal libro dal titolo “La foce del fiume Salso (Imera Meridionale)” scritto nel 2003 da Franco Galia e dai suoi più stretti collaboratori, dove viene descritta l’attività scientifica e didattica svolta dai volontari in quegli anni con riferimento alla foce del Salso quale tassello di un più grande disegno e progetto di un nuovo modo di intendere lo sviluppo urbanistico di Licata: trasformare la foce in una vera e propria oasi naturalistica, con sentieri, capanni d’osservazione, interventi di “rinaturazione” di ciò che rimaneva delle antiche dune della zona di Fondachello, un parco urbano-fluviale con percorsi pedonali e ciclabili lungo le sponde e attrezzature di svago a servizio della città.
Si deve a Franco Galia, alla sua passione, competenza e determinazione – continua A testa alta – un’azione di forte contrasto alla “cementificazione” della foce del Salso; una battaglia che ha portato alla previsione di diverse prescrizioni da parte della Regione e del Ministero dell’Ambiente, rispettivamente a carico del Comune di Licata, in sede di realizzazione del ponte che collega il Corso Argentina alla zona Fondachello, e a carico della società che ha realizzato il porto turistico, le ville, il centro commerciale e le altre strutture sulla ex spiaggia di Giummarella, in prossimità della foce del Salso.
Inoltre, particolari prescrizioni – poi disattese e ignorate nell’indifferenza generale e sul cui rispetto invece avrebbero dovuto comunque vigilare le autorità competenti – sono state poste, grazie alla costante e infaticabile opera dell’architetto Galia, a tutela dell’osservatorio realizzato il 25 febbraio 2002 nei pressi della foce del Salso per lo studio degli uccelli migratori. In soli pochi mesi, la piccola oasi naturalistica, fortemente voluta dall’illustre concittadino, era stata visitata da circa mille persone tra alunni, docenti, turisti, associazioni, ecc. e l’attività svolta è stata oggetto di servizi televisivi, articoli di stampa anche a carattere nazionale.
Il suo entusiasmo e la sua passione riescono, ancora oggi e a distanza di parecchi anni dalla scomparsa, a coinvolgere, interessare, motivare i cittadini, inducendoli a lottare per la difesa dell’ambiente e del territorio, come dimostrano le diverse iniziative, anche giudiziarie, promosse dalla stessa A testa alta a partire dal mese di dicembre 2013 con riferimento alla gravissima condizione di degrado in cui versa la zona fociale.
A ulteriore dimostrazione di come la sua straordinaria opera rimanga viva e feconda nel tempo, l’associazione evidenzia nella propria istanza come il libro “La Foce del fiume Salso, Imera Meridionale” scritto da Franco Galia e dai suoi collaboratori sia stato espressamente richiamato nel provvedimento di sequestro dell’impianto di depurazione posto a servizio del Comune di Licata e su richiesta della stessa associazione acquisito agli atti del procedimento penale a carico di Marco Campione e Giuseppe Giuffrida della Girgenti Acque S.p.A., gestore del detto impianto, e di altri soggetti titolari di cariche pubbliche; e ciò, al fine di sottolineare, anche da parte dell’organo dell’Accusa, le straordinarie valenze naturalistiche della zona umida e degli ambienti dunali che caratterizzano la zona della Foce del Salso.
Inoltre, nel corso di una puntata della trasmissione “Presa Diretta”, andata in onda su RAI 3 il 30 gennaio 2017, l’incessante e proficuo impegno dell’architetto Galia, nella tutela e nella salvaguardia della zona fociale, è stato ricordato nell’inchiesta di Alessandro Macina dal titolo “Acqua privata”, proprio per evidenziare le profonde e drammatiche trasformazioni ambientali operate negli ultimi anni sulla detta zona.
L’associazione A testa alta confida che l’amministrazione e il consiglio comunale accolgano con favore la proposta di intitolazione e lancia un appello a comitati, movimenti, associazioni e singoli che si battono per l’ambiente in tutta la provincia di Agrigento, affinché grazie alla loro sensibilità e alla loro importante presenza sul territorio, la sostengano e la condividano”.