Un coro da stadio recita “Licatese senza provincia”.
Goliardia, antagonismo sportivo sono alcune delle motivazioni da cui deriva la rivalità tra le due principali città della provincia. Una rivalità che ha radici ben più antiche, con motivazioni forse un po’ più consistenti. Da sempre i licatesi si sono sentiti “trascurati” dal capoluogo, reo di privileggiare altre città. Ed è proprio per uno di questi motivi che nel giugno 1906, il consiglio comunale di Licata delibera l’indizione di un referendum per lasciare la provincia di Agrigento ed essere annessa a quella di Caltanissetta.
Episodio scatenante fu la costruzione di un porto in provincia di Agrigento; in quel periodo la nostra città era già al centro di un’intesa attività commerciale, motivo che vedeva Licata principale candidata alla realizzazione del nuovo porto. Fu invece scelta Porto Empedocle, in quel periodo scalo sicuramente secondario a Licata.
Le motivazioni furono soprattutto di interesse personale dell’allora presidente della provincia, ciò provocò dure reazioni e proteste ma senza ottenere nulla. Licata aveva assolutamente bisogno di un porto, ne venne costruito uno con i fondi del comune, provocando però un dissesto finanziario.
Inevitabile quindi la decisione del consiglio comunale che, in seduta pubblica, discusse la possibilità di indire il referendum.Iniziativa che però non ebbe successo, l’allora prefetto, a cui fu inviata la delibera, non l’accolse per motivazioni di carattere burocratico.
Per Licata svaniva la possibilità di entrare a far parte della provincia di Caltanissetta, città con cui già in quel periodo vi erano intensi scambi commerciali e per cui, il porto di Licata, rappresentava il principale snodo per inviare e ricevere merci e che magari a Licata avrebbe riservato maggiori attenzioni.
Foto e notizie sono tratte dalla pagina del Fondo Librario Antico di Licata.