(Fonte foto: A Testa Alta)
Vincenzo Di Salvo era un licatese. Un bravo licatese.
È stato ucciso il 17 marzo 1958.
Oggi a Licata si è ricordato quel drammatico evento, ad organizzarlo l’associazione “A Testa Alta” da sempre impegnata nella sensibilizzazione e denuncia contro la mafia e la corruzione.
E dalla pagina Facebook dell’associazione sono tratte le parole qui riportate:
“Se un licatese gentile e retto intralcia i tuoi disegni di potere
che misconoscono diritti e doveri,
sparagli in pieno petto.
Se un licatese buono e dedito alla cura della sua famiglia
si frappone a te e alle tue oscure trame di interesse,
sparagli nel petto.
Se un licatese animato dal desiderio di Giustizia condivisa
denuncia la tua prevaricante avidità,
sparagli nel petto.
Perché se vuoi provare a uccidere un licatese onesto
devi puntare al suo cuore,
alla sua incredibile capacità di dare e di amare;
al suo profondo senso del trascendente e del non negoziabile,
al suo senso sacro della vita.
Ma sappi che non riuscirai a mettere la parola “fine” alla partita
perché, anche dopo sessant’anni, i licatesi onesti resuscitano
in dieci, cento come loro, pronti a giocarsi la pelle per la vita e la libertà dei centomila che verranno”.
(Padre Giovanni Scordino)
#17marzo1958