25 ottobre 1928 – Quando Castel San Giacomo viene completamente distrutto

25 ottobre 1928 – Quando Castel San Giacomo viene completamente distrutto

C’era un castello.
Un grande castello, tra i più imponenti della Sicilia.
Era Castel San Giacomo. Abbiamo parlato di com’era e della sua distruzione, non sapevamo dei ruderi.
Anche i ruderi hanno seguito fatto la stessa fine del castello, una lettera ritrovata dal Fondo Librario Antico di Licata lo mette nero su bianco.

È il 25 ottobre 1928, il Regio Ispettore Onorario ai Monumenti di Licata, Francesco Cannarella, scrive al Soprintendente per l’ Arte Medievale e Moderna della Sicilia. Nella lettera si esprime la volontà del comune di demolirne una parte per realizzare una via che da accesso diretto alla Capitaneria. Volontà del comune è anche quella di conservarne la restante parte, di cui oggi restano pochissime tracce.
 




 
Di seguito la lettera inviata al Soprintendente per l’Arte Medievale e Moderna della Sicilia.

“Del Castello S. Giacomo esiste la cortina bastionata che guarda verso Licata con la porta e l’androne di accesso. Tale rudere è in possesso del Comune e già da tempo ho disposto che ne sia curata la conservazione.
Vi è poi un’altra porzione i esso Castello che si trova in possesso dello Stato, ed a cui vuole evidentemente alludere la Capitaneria di Porto Empedocle.
Tale porzione, già spogliata da moltissimi anni di ogni manufatto è ridotta oggi a poche roccie naturali di nessun valore, con qualche residuo di terriccio degli antichi terrapieni. Perciò in tale zona del Demanio dello Stato non vi è niente da conservare.
Tale località però si presta assai bene per una sistemazione molto estetica potendo formavisi facilmente un magnifica via ungo Mare che darebbe diretto e comodo accesso alla Capitaneria di Porta, allo sbarcadere e alle banchine del braccio di Levante.
A tal fine questo Comune ha fatto richiesta all’Intendenza di Finanza di Agrigento per avere la concessione di essa proprietà demaniale per costruirvi la detta Via, ed io prego la S.V. Ill. ma di voler dare parere favorevole al fine di compiere un’opera tanto utile ed estetica.
Con ossequi”

Il Regio Ispettore Onorario

(Le informazioni sono tratte dalla pagina Facebook del Fondo Librario Antico, a cui va il nostro ringraziamento per il grande lavoro di ricerca e recupero della nostra memoria).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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