Le notizie sono due, la seconda è quella dell’esistenza della linea ferroviaria che collegava Licata con Agrigento, passando per Scifitelli, Torre di Gaffe, Palma di Montechiaro, Camastra, Naro, Favara. Una linea voluta per l’industria mineraria dello zolfo, per collegare i “caricatori” con le miniere oltre che per permettere lo spostamento dei minatori pendolari.
La linea fu però costruita con grande ritardo, nonostante il progetto risalisse alla fine dell’800, il primo treno da Agrigento a Licata arrivò nel 1915, quando ormai le rotte dello zolfo si spostarono dall’aria di Caltanissetta ed Enna verso il porto di Catania.
La linea venne soppressa il 26 agosto 1959.
Ed è questo il contesto dove si verificò il fatto criminale.
Era sera, il treno proveniente da Agrigento e diretto a Licata veniva bloccato dalla presenza di sassi e tronchi d’albero sulle rotaie. Dieci banditi armati, una volta immobilizzato il macchinista, salivano sui vagoni dove sedevano i passeggeri. Nessuno fu derubato, si trattò di un’operazione di controllo durata circa mezz’ora dove tutti i passeggeri furono osservati dai banditi. Evidente che l’intento non era quello della rapina, ma che si stesse cercando qualcuno in particolare. Scesi dal treno, i banditi ordinarono al macchinista di riprendere il viaggio, con grande felicità dei passeggeri, terrorizzati durante il “controllo”.
Tratto da L’Unità del 21 dicembre 1949.