Di Antonio Aiesi
La palazzina Re Grillo, come il progettista stesso la chiama, venne progettata dal geometra Filippo Re Grillo, protagonista massimo dei progettisti e costruttori licatesi di inizio 900, nato e vissuto a Licata tra il 1869 e il 1930. Questa palazzina, si trova in via Santa Maria sul versante Sud-Orientale del Monte Sant’Angelo, nella parte più antica della città ove in origine fu fondata Licata, appena fuori dalla piazza principale, Piazza Progresso, dove è ubicato il palazzo comunale progettato da Ernesto Basile.
Il fabbricato di Re Grillo si trova posizionato più in basso della chiesa Santa Maria La Vetere, anticamente chiamata Santa Maria del Gesù, del vecchio Ospedale San Giacomo d’Altopasso, del vecchio Cimitero dei Cappuccini e del Castel Sant’Angelo, e gode a Sud-Est della vista del mare e della foce del Fiume Salso.
Venne progettata nel 1902 e costruita da maestranze locali tra il 1905 ed il 1908, originariamente era un fabbricato a due piani fuori terra, più un seminterrato; aveva una pianta a base quadrangolare ed un loggiato posto al secondo piano, prospiciente l’attuale via Nestore Alotto (ex via Garibaldi), che guardava verso il mare e la foce del fiume.
L’immobile aveva un codice architettonico eclettico con richiami alla cultura rinascimentale e, soprattutto nei dettagli, ai modelli che richiamano l’arte araba e quella del trecento.
Quest’immobile, venne progettato per la Famiglia Francesco Re Grillo (probabilmente zio del progettista), e costruito da maestranze locali di cui non si conosce l’identità.
L’edificio, originariamente era un prisma regolare semplice, realizzato a somiglianza di una scatola chiusa e rigida per via dei quattro cantonali che chiudevano tutti i lati dell’edificio, costruito rispettando il progetto, tranne che per l’ingresso del basamento, la ringhiera del terrazzo, i pinnacoli sul coronamento e l’effetto bugnato sui quattro cantonali; aveva due tipologie di aperture, a primo piano, con archi a sesto acuto sormontati da fregi floreali, sagomate per sembrare delle finestre bifore, mentre al secondo piano vi erano aperture bifore che presentavano nella sommità degli elaborati ornamenti che si ripetono nel balcone e nel coronamento del loggiato, il coronamento dell’edificio era invece composto da un particolare fregio floreale posto sotto i beccatelli con archi moreschi che sorreggevano il cornicione ed il muretto d’attico merlato.
Aveva inoltre un giardino interno accessibile sia dalla porta presente nel basamento che dal primo piano.
Di questo manufatto, che è rimasto integro fino alla metà degli anni Settanta, oggi purtroppo resta ben poco, per non dire nulla, poiché venne abusivamente costruito in aderenza, un fabbricato in cemento armato di quattro piani fuori terra; fu totalmente ristrutturato all’interno e vennero trasformati i vari prospetti, successivamente nei primi anni del Duemila subisce l’ultima grande ristrutturazione con la quale perse totalmente l’antica configurazione.
Riferimenti bibliografici:
– C.Carità, Alicata Dilecta – Storia del Comune di Licata, Ed. «La Vedetta», Licata 1988
– S. Carisotto, Le opere di Filippo Re Grillo a Licata, Ed. «La Vedetta», Licata 2003