La chiesa di Sant’Angelo è sicuramente quella a cui i licatesi sono più affezionati.
Intitolata al patrono della città, sorge nel luogo dove il 5 maggio 1220 venne ucciso da Berengario.
La chiesa ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli; quella a noi pervenuta risale al progetto iniziato nel 1626 e ultimato nel 1662.
Le origini della chiesa risalgono in realtà al XII secolo, il luogo di culto era allora dedicato ai Santi Filippo e Giacomo, antichi patroni della Licata.
E proprio sul sagrato di questa chiesa, il 5 maggio 1220 avviene l’uccisione del frate Carmelitano, mentre predicava fuori dall’edificio per permettere ai tanti fedeli di ascoltare la sua preghiera.
Sepolto presso il luogo della sua uccisione, Sant’Angelo viene presto venerato da molti fedeli; nel 1564, su ordine del vescovo di Agrigento, viene costruita una chiesa dedicata al Santo Martire.
Nel 1625, a seguito della sua intercessione per la liberazione della città dalla peste, viene deciso di costruire una nuova chiesa dedicata a Sant’Angelo.
A questo periodo risale anche la costruzione della piazza adiacente; fino a quel momento sull’area sorgevano case, diversi gli edifici costruiti in questo periodo e negli anni successivi.
Sulla piazza infatti, oltre all’omonimo convento, sorgono anche edifici nobiliari come Palazzo Bosio. Sulla piazza si affaccia anche parte del chiostro della Badia, oggi sede del museo archeologico.
La chiesa può essere riconducibile ad uno stile Barocco, molto diffuso a Licata in questo periodo, presenta però influenze sicuramente meno marcate rispetto ad altri edifici.
Al suo interno, la chiesa si è costituita da un impianto a 3 navate, alla sua sommità spicca una cupola ricostruita nel 1847 a seguito di un crollo. Oltre all’urna del Patrono, nella chiesa sono altre le testimonianze dedicate a Sant’Angelo, come l’omonima cappella e il pozzo marmoreo, costruito nel 1673 dove il santo venne sepolto e da cui “sgorgarono” acqua e olio miracolosi.
All’interno della chiesa, oltre a pregevoli dipinti, sono ospitati i 4 ceri, sculture lignee che accompagnano il Santo durante la processione del 5 maggio.
Diverse le attribuzioni che vengono date alle “ntorce”; dai bastioni a difesa della città, ai 4 castelli presenti sul territorio, oppure le navi saracene che inseguivano la nave con cui Sant’Angelo sarebbe arrivato a Licata.
I ceri in realtà rappresenterebbero i 4 titoli del santo: dottore, confessore, vergine e martire.
La costruzione della chiesa, il cui prospetto è comunque rimasto incompleto, ha richiesto circa 36 anni, periodo durante il quale i lavori furono interrotti.
I lavori furono inizialmente affidati all’architetto Francesco Bonamici di Malta, dal 1658 all’architetto licatese Angelo Italia, divenuto poi uno dei principali esponenti del Barocco in Sicilia.
(Fonti: Guida Storico Artistica di Licata – Santuario Sant’Angelo)
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