Come spesso facciamo, partiamo dalla leggenda.
Si narra infatti che, durante una forte tempesta, un veliero stava naufragando nei pressi del porto. Accorsero i marinai locali che riuscirono a salvare l’equipaggio e l’imbarcazione, scoprendo all’interno del veliero una statua lignea raffigurante una Madonna Addolorata. I licatesi chiesero la statua che fu poi collocata nell’attuale chiesa di Sant’Agostino.
E a questo punto, la leggenda lascia spazio alla realtà.
La statua è ancora oggi presente all’interno della chiesa ed è stata scolpita nella seconda metà del XVIII secolo da Giuseppe Piccone.
La chiesa conserva altre opere di un certo pregio, come un dipinto della Madonna della cintura con il bambino e i santi Agostino e Monica. Presente anche un crocifisso molto antico e sette dipinti a forma circolare raffiguranti i 7 dolori della Vergine. Autore sarebbe un artista locale, Giuseppe Spina.
La chiesa è nota ai licatesi soprattutto per conservare la statua dell’Addolorata che, la settimana antecedente la Pasqua, viene portata in processione.
Dal punto di vista storico, la chiesa risale al 1611 e sorge sui resti dell’antica chiesa di Santa Margeherita, lo stile è tipicamente Rococò ed è composta da un’unica navata, assimilabile per certi versi ad altre chiese cittadine come quella di San Girolamo.
La chiesa sorge inoltre nei pressi del regio Caricatore di grano ed è stata completamente trasformata; infatti, originariamente l’entrata era situata dalla parte opposta rispetto all’attuale, era inoltre presente una casa per la comunità ecclesiale, attiva fino al 1735.
La storia recente invece ci dice che nell’aprile del 1973, la chiesa è stata elevata a santuario di “Maria SS. Addolorata.